Pagina:Storia delle arti del disegno.djvu/152

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46 O r i g i n e   d e l l e   A r t i

puntate, cosicchè difficil cosa sarebbe il trovare fra costoro una di quelle barbe che scorgiamo nelle teste de’ filosofi greci. Avean pur fatta questa osservazione gli antichi scultori, che nel rappresentare i Galli e i Celti, facean loro stesa la chioma, come ne fanno fede varj antichi monumenti, e particolarmente due statue sedenti di prigionieri di guerra di quella nazione, esistenti nella villa Albani. Se ne veggano le qui annesse figure (Tavv. II. e III.)1. E’ però da osservarsi suò proposito de’ capelli, che sebbene vi siano più biondi ne' paesi freddi che ne’ caldi, pur il crin biondo anche in questi è frequente, e v’ha negli uni e negli altri di belle donne dalla bionda chioma; colla differenza però che in quelle il biondo tende più al bianco, il che dà alla fisonomia un’aria fredda ed insipida2.

[... che scorgonsi nel disegno de’ loro artisti.]

§. 5. Siccome l’uomo è stato in ogni tempo il principale oggetto dell'arte e degli artisti, così quelli in ogni paese hanno data alle loro figure una non so qual fisonomia o aria nazionale; e ne rimarrà convinto chiunque osservi la differenza che passa fra gli antichi monumenti dell’arte, e le produzioni de’ moderni. Gli artisti tedeschi, olandesi, francesi, quando non siano mai usciti dalle natie loro contrade, si riconoscono nelle opere loro, come i Cinesi, i Giapponesi, e i Tartari. Rubens medesimo, comechè molti anni abbia soggiornato in Italia, pur ha disegnate le sue figure in maniera,


co-
  1. Convengono tutti gli antichi scrittori nel dire, che i Celti, e i Galli, che da essi provenivano, portavano lunga, e stesa la chioma. Si possono vedere riferiti da Pelloutier Hist. des Celtes, Tom. iI. livre iI.. ch. VIII. pag. 173. not. 1. Tra questi merita di essere qui riportato specialmente Clemente Alessandrino, il quale nel Pædagog. lib. lib. iiI. cap. iiI. in fine, pag. 267. princ. scrive., che quei barbari per la lunga, densa, e incolta loro capellatura, unita al color biondo del volto, mostravano un’aria terribile, e guerriera anche nell'aspetto, come pare si vegga pure nelle dette due statue: Calli & Scythæ comam nutriunt, sed non se ornant: & terribile quiddam præ se fert densum barbari capillitium, & flavus ille color bellum minatur, ut qui videatur cognationem habere cum sanguine. Olimpiodoro presso Fozio Cod. LXXX., e nella Hist. Byzant. Tom. I. Excerpta, pag. 10. racconta che furono trovate nella Tracia ai tempi di Costante figlio di Costantino tre statue d’argento vestite alla foggia dei barbari con abiti di vari colori, e con lunga chioma.
  2. Bettinelli Saggio di Ragion. filosofici sopra la storia dell’uomo, Disc. iI. annota. op. Tom. I. pag. 133.