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106 Progressi e Decadenza dell’Arte

C a p o II.


Stile sublime — Suoi caratteri - Monumenti che di esso ci rimangono - Stile bello — I suoi caratteri sono... la morbidezza nel disegno... e la grazia... or sublime... or piacevole... or bassa e comica — Delle figure de’ puttini.

[Stile sublime.] Quando cominciarono a splendere in Grecia i tempi della filosofia e della libertà, l’arte medesima più libera divenne [Suoi caratteri.] e più sublime. L’antico stile si fondava da principio su regole prese immediatamente dalla natura; ma esse ben presto se ne allontanarono, e divennero ideali, onde si lavorava meno ad imitazione della verità che a norma di quelle regole. L’arte aveasi, a così dire, foggiata una natura sua propria. Sopra tal sistema s’innalzarono i grandi maestri, studiando di ravvicinarsi alla verità della natura. Quella loro insegnò a dare nelle figure un contorno morbido e dolce a quelle parti, che dianzi dure erano, soverchiamente risentite, e caricate, e a rendere più decenti e moderati gli atteggiamenti e le mosse, che dianzi troppo erano forzate; in somma a formar opere che mostrassero meno dottrina, ma più belle fossero e grandiose. Migliorando l’arte su questi principi, celebri si renderono Fidia, Policleto, Scopa, Alcamene, Mirone, ed altri maestri di que’ tempi. Il loro stile può chiamarsi il sublime, poiché ne’ loro lavori, oltre la bellezza, ebber in mira principalmente il grandioso1.


§. 1. Biso-


  1. Tale appunto è il giudizio, che ne porta Demetrio Falereo De elocut. §. XIV., paragonando due diversi stili di elocuzione alli due stili dell’arte; all’antico cioè, e a quello di Fidia, il primo de’ quali era secco, e meschino; il secondo mostrava della diligenza unita ad una maniera grandiosa: Unde & edolatum habet quiddam tuperior locutio, & leve. Quemadmodum & veterum simulacra, quorum ars videbatur contractio,