Pagina:Storia delle arti del disegno II.djvu/389

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dai tempi d’Adriano ec. 383

[Progressi dell’arte...] §. 12. Perchè il nome d’Adriano, più che per altri titoli, s’è renduto immortale e celebre alla posterità per l’infuuenza che ebbe sulle arti del disegno, meritan quelle d’essere particolarmente considerate in tale poca, tanto più che la scuola dei tempi d’Adriano può chiamarsi l’ultima, e appena sostennesi cinquant’anni dopo la di lui morte.

[...nell’imitazione dello stile egiziano.] §. 13. Deve qui rammentare il lettore di ciò che dicemmo nel Capo III. del Libro II.1 intorno all’imitazione de’ lavori egiziani, che sotto quell’imperatore s’introdusse in Roma. Con istatue dell’antico stile egiziano ornò egli il più ragguardevole tempio della sua villa che probabilmente è quello stesso edifizio, cui Sparziano chiama il Canopo. Dobbiam dire che tali statue fossero a centinaja nella villa Adriana, poiché, non contando le mutilate, né quelle che forse ancora sono sotterra fra le ruine, né le molte trasportate fuor di Roma, ve n’è tuttavia rimpasto un numero ben considerevole.

§. 14. Vedesi da tai lavori che Adriano volle abbracciar l’arte in tutta la sua estensione, e forse fece del pari imitare lo stile etrusco. E con ragione, poiché nelle figure egiziane studiansi i fondamenti del disegno, il quale dev’essere tanto più esatto, quanto più facilmente se ne scoprono i difetti per essere del tutto semplice e inornato, Ma siccome per un’imitazione rigorosa ha egli richiamata l’arte alla sua origine, così volle che per l’imitazione medesima gradatamente tendesse a perfezionarsi, non solo seguendo i cangiamenti succeduti nello stile, ma facendo eziandio que’ progressi,


che


    quelli scavati nell’anzidetta villa Adriana, tre de’ quali bellissimi sono posseduti dal signor conte Marefoschi, e il più bello di tutti questi, e di quanti forse esistano al mondo, è l’altro ritrovato nella stessa villa, e passato anche al Museo Pio-Clementino, che rappresenta quattro maschere sceniche circondate da un bellissimo festone di frondi di pioppo. Nel territorio di Tivoli, è stato pur trovato un altro musaico posseduto dal signor de Angelis, rappresentante cose egiziane, come egiziane sono quelle rappresentate nei musaici, de’ quali parla Orlandi nelle note al Nardini Roma antica, lib. 7. c. 8. reg. XIII. p. 398., e il musaico di Palestrina, di cui si è parlato qui avanti pag. 312. Alcuni sono di pietre naturali con qualche pezzo di smalto.

  1. pag. 112 segg.