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s u l l’ A r c h i t e t t u r a. 145

benchè ancor quelli fossero senza ciò, molto prima de’ Greci, ammaestrati nel fabbricare. Se vanta finalmente la Grecia un antico architetto qual fu Reco, ed i suoi figli, sappiamo da Diodoro1, che questi era stato ad apprender l’arte in Egitto. Ma che diremo del tempio di Salomone per artifizio e grandezza sì rinomato e sorprendente?2 che delle colonne di marmo, che erano in uso a’ tempi di Assuero, e se ne parla nel libro di Ester?3 degli archi nominati ne’ libri de’ Re4, e ne’ Sapienziali5, cioè al tempo di Salomone? che finalmente delle pietre tagliate, ripulite, e lisciate per uso di fabbriche sino dall’età di Mosè?6 Non son tutti quelli monumenti d’istoria, che ci mostrano aver fiorita l’arte di fabbricare secoli e secoli avanti, che i Greci incominciassero a metter pietra sopra pietra per uscir da quelle grotte, o capanne, dentro le quali ce li descrive il loro celebre storico Tucidide7 innanzi al tempo della guerra del Peloponneso?

§. 15. Ma io già mi trovo d’aver fatto il paragone dell’età, nella quale incominciarono a fabbricare i Greci con quella, che aveva grandiose fabbriche in mostra, e da più tempo esistenti, inalzate dagli Etruschi; e però basterebbe quel tanto che ho detto nella mia opera di Pesto8 per rispondere al signor le Roy, e per convincerlo non esser nata in Grecia l’invenzione dell’Architettura, ma la sua bellezza soltanto, e la sua eleganza. In fatti io mi lusingo di aver fatto vedere, che quando i primi Greci Focesi vennero in Italia, non solo i Tirreni erano vecchi architetti; ma i Pestani stessi furono nello stato d’insegnare a’ nuovi

Tom. III. T abi-


  1. Diodor. apud Euseb. De præpar. evang. lib. 10. cap. 8. pag. 482.
  2. Regum lib. 3. cap. 6. & seq.
  3. Esther cap. 1. v. 6. Vide etiam Cant. Canticor. cap. 5. vers. 15.
  4. Reg. lib. 1. cap. 15. vers. 12.
  5. Proverb. cap. 20. vers. 26.
  6. Exod. cap. 20. v. 25., Deuter. cap. 10. vers. 1. 3.
  7. Vide Pæsti rudera, dissert. 3. num. 7. & seq.
  8. loc. cit. num. 5. & seq.