Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/411

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finalmente la ridusse allo stato, che conserva a’ tempi nostri, circondandola di nuovi bastioni, di baluardi, e fossi, e provedendola di molti cannoni; colla spesa rispettabile di 300000. scudi. Nello scavare per li fossi vi furono trovate delle statue, e fra le altre il celebre Fauno, che il Papa diede alla sua famiglia Barberini1; come ve ne erano state trovate delle altre al tempo d’Alessandro VI. In luogo dell’angelo sbalzato per aria, un altro ve ne fece in marmo Raffaello da Monte Lupo al tempo di Paolo III.2; gettato poscia di metallo al tempo del Papa Benedetto XIV. da Francesco Giardoni sul modello di Pietro Wanschefeld fiammingo.

Intorno all’Anfiteatro Flavio, cominciato da Vespasiano3, e compito da Tito suo figlio4, detto poi volgarmente Colosseo fin dall’ottavo secolo, come si ha da Beda5, che fiorì sul fine del settimo, e sul principio dell’ottavo, e da Anastasio nella vita di Stefano IV. fatto Papa l’anno 768.6, o per la statua colossale di Nerone, che vi fece trasportare avanti Vespasiano; o perchè l’edifizio potesse dirsi colossale per la grande altezza sua, come crede il Mazochi7, e il Maffei8; intorno ad esso dico ha scritta un’operetta il Marangoni, in cui ha radunate moltissime notizie riguardanti il suo materiale, e la sua storia profana, e sacra dalla

Tom. III. D d d sua


    quella di Cestio, dei cui marmi esteriori il Papa Donno I. lastricasse l’atrio di s. Pietro; e oggidì se ne veda il ritratto scolpito nella porta di bronzo della detta chiesa di s. Pietro fatta fare da Eugenio IV. forse per questa forma di piramide simile a un di presso a quella d’una meta, fu chiamata Meta. Ma poi io non intendo facilmente come potesse essere ridotta ad uso di fortezza, come lo fu veramente; avendosi documenti, che vi si mantenne il presidio sino all’anno 1417., e forse anche dopo, a spese della mentovata basilica Vaticana, mediante l’assegnamento fisso, di cui parlano varie bolle di Pontefici. Vedi il Bollario Vaticano Tom. I. pag. 231. col. 1., e ivi la nota Acrone, ii quale negli scolj a Orazio Epod. od. 9. scrive, che questo monumento era il sepolcro di Scipione, è stato meritamente confutato dal Nardini.

  1. Vedi qui avanti Tom. iI. pag. 420. Il più volte citato Tiraboschi Tom. iI. lib. l. cap. VII. §. VII. fa dire a Winkelmann nel luogo citato, che vi fosse trovata anche la statua in bronzo di Settimio Severo conservata parimente nel palazzo Barberini.
  2. Vasari Tom. iiI. par. 3. pag. 304., e ivi la nota, nella vita di Raffaello.
  3. Suetonio nella di lui vita, cap. 9.
  4. Suetonio parimente nella di lui vita, cap. 7.
  5. Collectanea, oper. Tom. iiI. col. 483. Colon. Agripp. 16l2.
  6. Anastasio sect. 273. pag. 224.
  7. In mutil. Camp. Amph. tit. cap. 7. pag. 434.
  8. Degli Anfit. lib. 1. cap. 4.