Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/414

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Colosseo, col loro contiguo palazzo, e tutte le pertinenze all’uno, e all’altro spettanti; estorcendone anche il giuramento, di non contravenire a tal cessione, o permuta. Ma essendo poscia stato eletto Pontefice Innocenzo IV., gli stessi Frangipane lo supplicarono dell’assoluzione dalla scomunica, e dal giuramento, come dell’annullazione di simil contratto, fatto solamente per timore di Federico. Quindi il Papa con due brevi apostolici, l’uno dato a’ 16., e l’altro a’ 18. dello stesso mese di aprile, e del medesimo anno 1244. (quali si riportano stesamente dal Panvinio, copiati dal registro Vaticano, ed anche in parte dal Rainaldo al detto anno, numero 19.) diretti a’ sopranominati Enrico, e Giacomo, assolvendoli dalla scomunica, dichiarò nulla la concezione suddetta, esprimendo di più la ragione; poichè il Colosseo, e il palazzo annessovi erano di proprietà della Sede Apostolica, e che dalla medesima i loro progenitori ottenuti gli avevano: Nos provide attendentes, quod prædicta juris Ecclesiæ, Romanæ, ac proprietatis existerent, & illa vos, ac progenitores vestri ab eadem Ecclesia tenuistis, &c.; onde i Frangipane ne ritornarono al primiero possesso. E quanto alle abitazioni, Segue a dire il Marangoni, fatte dai Frangipane dentro al Colosseo, si riconoscono fino al presente le muraglie, che occupano, e dividono fra gli archi citeriori, e gl’interiori sopra le antiche scalinate, al numero di tredici verso il Laterano; onde il circuito, era molto considerabile: ed è da crederli, che fossero anche similmente chiusi quelli dell’ordine inferiore corrispondenti. In fatti nel pavimento de’ superiori si scorgono aperture fatte per poter discendere con scale alle parti inferiori, ed anche si veggono nella stessa parte superiore chiusi i pilastri delli due portici nel mezzo, che formano due ambulacri sino ove si vede tagliato tutto l’ordine dell’elevazione esteriore.


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