Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/432

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addosso indubitatamente, come costa dalla descrizione fattane dal Camerario, e dall’altro, che lo ha trascritto. Fin a questo tempo di Cola di Rienzo, e forse molto dopo, fu chiamato Cavallo di Costantino. Per li secoli di mezzo non è da maravigliarli di un errore così grossolano: ma poi come è succeduto, che tal nome gli sia stato dato sin dal tempo di Teodosio il giovane? Sarà stato forse per la basilica non molto lontano fatta, o restaurata come dicemmo dal Senato, o da Costantino? O perchè egli operasse qualche cosa a benefizio della statua? O per errore popolare, che non sarebbe tanto improbabile tuttochè in tempi non affatto barbari; come è indubitato, che sin d’allora s’introdussero delle storpiate, ed altre false denominazioni dei monumenti, che possono vedersi nella stessa Notizia in confronto delle descrizioni di Rufo, e di Vittore?1. Confesso liberamente di non saper che me ne dire; quantunque mi sembri verosimile, che a questa falsa denominazione noi siamo debitori della conservazione dell’insigne monumento fino al presente, perchè forse il nome di Costantino lo rese venerabile anche ai tiranni della città, alle fazioni, e agl’ingordi cercatori de’ metalli.

Rimase in quel luogo la statua fino al tempo del Pontefice Sisto IV., il quale avendo restaurato il palazzo Lateranense quasi tutto rovinato2, la fece collocare in luogo più vistoso avanti lo stesso palazzo, come scrive bene il Ciacconio. Su questo trasporto è da farsi una riflessione, che toglie ogni equivoco. Flaminio Vacca scrive al luogo citato, che il Cavallo fu ritrovato in una vigna incontro alla Scala Santa; e stando in terra molti anni, non tenendosene


con-


  1. Il Nardini, che sovente nota queste differenze pensa di attribuirle piuttosto ad ignoranza dello scrittore della Notizia: il che talvolta sarà succeduto, ma non crederei sempre. Negli scrittori posteriori sempre più si trovano alterati i nomi.
  2. Rasponi De Basil. & Patriarchio Luteran. lib. 4. cap. 1. pag. 294.