Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/491

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ria, e la maniera delle fabbriche, d’onde veniamo certificati, essere tutto opera dei Greci. Prima di questi nulla si sa nè di Pesto, nè del sognato Pesitan del Mazochi1, nè di Posidonia. Strabone2 tacendone in compendio la storia, ne dà per fondatori i Sibariti, che ne cacciarono, i primi ignoti abitatori. Il P. Paoli3 crede che i Sibariti non fondassero la città, ma che atterrato il muro della vecchia fondata dagli Etruschi, se ne impadronissero semplicemente. Ma come mai una città supposta fin d’allora sì ben murata, sì ricca, potente, e ben popolata cede sì vilmente a pochi Greci, o Sibariti, e fuggendo i cittadini a’ monti lasciarono in abbandono il tutto ai nuovi possessori? La difficoltà nasce dalla greca parola ἔθεντο ethento4. Supporto ancora, che abbia un doppio senso di edificare, e di distruggere, la regola di critica detterà sempre, che abbiamo a seguire il significato più ordinario, e quello molto più, che nei casi particolari venga comprovato da altri scrittori, come ora par confermato nel senso di fabbricar mura, e fondare la città, da Scimno di Chio, ossia Marciano d’Eraclea, il quale nella sua descrizione della terra5 dice, che Posidonia fu edificata da una colonia de’ Sibariti, come appunto dice Strabone, servendosi di un termine, che non avvolge equivoco: ἥν φασι Συβαρίτας ἀποικίσαι ποτέ: olim Sybaris alumnos condidisse hanc ferunt: così anche Solino, chiamandola col nome posteriore di Pesto6, dà per cosa nota, che ne fossero fondatori i Dori, perchè i Sibariti erano colonia dei Dori, ossia degli Achei, come scrive Strabone7, detti Dori quando ritornarono alla loro patria dopo la guerra di Troja sotto la condotta di Doro8; non già i Dori della Fenicia, come pretese il Mazochi9 per sostenere fondatori di Pesto, e autori di questo nome, o del Pesitan, i Fenici: il che può comprovarsi coll’autorità d’Aristotele10, il quale non solo scrive, che gli Achei vennero a fondar Sibari; ma

Tom. III. O o o che


  1. In reg. Hercul. mus. æn. Tab. Collect. de Pæsti origin. pag. 499.
  2. lib. 5. in fine, pag. 384.
  3. loc. cit. n. 8. segg. pag. 26. segg.
  4. Vedi qui avanti pag. 146. seg.
  5. pag. 10. Aug. Vindel. 1600.
  6. Polyhistor. cap. 2.
  7. lib. 6. pag. 403.
  8. Platone De legib. lib. 3. oper. Tom. iI. pag. 682. D.
  9. loc. cit.
  10. De Republ. lib. 5. c. 3. oper. Tom. iII. pag. 520.