Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/648

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stesso periodo? Non vi ricordate, che avete poco prima rinfacciato al Piranesi di fargli mutare linguaggio per li modiglioni, da lui spiegati nell’ordine toscano per le teste dei correnti del soffitto?

Supponiamo a vostro modo, e degli altri, che parietes voglia dire la fabbrica posta fra i travi del fregio: ditemi di grazia, perchè Vitruvio doveva esprimere il fregio con una sola parola equivoca, e colla parte accessoria di esso, come sono le metope, le quali possono esservi, e non esservi, come abbiamo detto che non si usavano nei primi tempi? e perchè nominare le sole metope, quando i modiglioni, anche secondo la tavola del Galiani, posavano sopra i travi egualmente che sopra di esse? I Greci chiamarono il fregio triglifo con ragione; perchè appunto i travi, sulle teste de’ quali si scolpivano i triglifi, sono la parte essenziale, e più antica del fregio, come feci osservare in una mia nota1. Perchè Vitruvio dovea chiamare assolutamente parietes le metope, che non era di necessità fossero di fabbrica, potendo essere anche di legno come realmente di legno, o di fabbrica dice, che si faccia il tamburo? Insieme col portico d’avanti, il tetto, e i suoi modiglioni doveano girare sopra tutti i muri della cella. Vitruvio, volendolo dire, di qual parola doveva, e poteva servirsi? Senza dubbio di parietes; perchè l’architrave di legno non girava su i muri della cella. Dunque parietes avrebbe significato le metope, e i muri grandi attorno nello stesso tempo. Quante oscurità, e improprietà di parlare, dovremo, per vostro decreto, attribuire a quel grand’uomo! Osserveremo eziandio, che Vitruvio dicendo SUPRA trabes, & SUPRA parietes, con quel supra replicato a due parole, sembra, che abbia voluto chiaramente esprimere due parti diverse ad uno stesso livello.

Vi pare, sig. Cavaliere, che a tutti quelli argomenti possiate tornar a ripetere freddo freddo2: Non senza fondamento, dove Vitruvio farla del cornicione toscano dicendo supra trabes, & supra parietes trajectræ mutulorum &c., ravvisano il fregio nella parola parietes, poichè gli spazj fra le teste dei travi, che facevano capo nel fregio, si chiudevano di muro, come Vitruvio stesso dice al libro 4. cap. 2.; onde era sempre vero, che i modiglioni sporgevano supra parietes? Neppure si potrebbe dire, che i modiglioni sporgessero supra parietes, sulla fabbrica delle metope; perchè sopra quelle prima dei modiglioni si mette l’abaco, o cimasa, come insegnano ì vostri Serlj3, Montani4, e tanti altri.

Avete voluto anche far prova di scansare la difficoltà, che nasce dalla traduzione di et per anzi; e veramente in una maniera degna di voi. La difficoltà, scrivete, che reca il sig. ab. Fea sull’impressione Vitruviana poco propria, non è di gran peso. Trattandosi di parlare di un’arte, Vitruvio sarà stato inteso dai suoi, usando quella frase, che a noi par dubbia, perchè usiamo un’altra lingua. E quando pur si voglia trovare oscura, impropria, ed equivoca, non si fa torto a Vitruvio, dicendo, che il suo stile non è quello di Cesare, o di Cicerone. Male, sig. Cavaliere. Poco appresso voi dite, che nella mia edizione latino-italiana dell’opera di questo grand’uomo, non troverò a criticarlo se non che in materie fisiche, ma-

  1. Pag. 98. n 13.
  2. Pag. CXLIII.
  3. Lìb. 4. pag. 6.
  4. Lib. 2. cap. 6.