Pagina:Storia di Milano I.djvu/221

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lumen a sole suum trahit, omne a Mediolano Derthona suum trahit esse. Haec duo mundi sunt lumina, haec duo regna. Sigillum, quo vestrae signentur chartae, continens in se duas civitates Mediolanun et Derthonam, designans Mediolanum cum Derthona ita esse unitos, ut separari numquam possint amplius. Millenus centenus quinquagesimus annus quintus erat Christi, cum lapsa, refecta fuit. I Milanesi innalzarono la circonvallazione di Tortona con somma rapidità e con sommo ardire, nel tempo in cui Federico si portò a Roma, e fu incoronato imperatore dal papa Adriano IV. Questa riparazione di Tortona dovette irritare sempre più l’animo dell’imperatore; al quale inutilmente avevano già in prima offerto i Milanesi considerabili somme di oro per accontentarlo. Non si trovò forte Federico allora abbastanza per cimentarsi contro di Milano, ovvero gli affari l’obbligarono a portarsi in Germania. Prima però di abbandonare l’Italia, nelle vicinanze di Verona pubblicò un decreto in cui spogliava i Milanesi della zecca, dei telonei, e di ogni podestà: e ciò in pena d’avere distrutto Lodi e Como, e oppressi que’ cittadini, con contumacia agli ordini imperiali: per lo che li condannò al bando dell’Impero. La sentenza di questo anatema non cagionò male alcuno ai Milanesi. Essa era concepita con frasi che provavano l’inimicizia passionata dell’imperatore. Leggevasi che i delitti imputati ai Milanesi fossero enormi, commessi con animo sacrilego, empiissimamente, con iniquità, malizia e pertinacia. Ciò non di manco, appena allontanato che fu Federico, i