Pagina:Storia di Milano II.djvu/163

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Inglesi, che avevano occupate le province della Francia. Il saccheggio di Brescia recò poi a Milano la pestilenza, che per due anni vi restò.

Dopo ch’ebbe di volo sottomesse le città di Bergamo e Brescia, il duca di Nemours Gastone di Foix passò per Milano; indi rapidamente marciò a Ravenna. È celebre la battaglia che vi si diè il giorno 11 d’aprile, che in quell’anno fu il giorno di Pasqua, cioè quaranta giorni dopo la presa di Brescia; ed è notissima non meno la morte che vi trovò Gastone, dopo di avere riportata una compiuta vittoria; nè appartiene alla storia ch’io mi sono limitato a scrivere, la precisa narrazione di tai fatti. Marc’Antonio Colonna comandava nella città di Ravenna; il vicerè di Napoli Pietro di Navarra aveva il comando degli Spagnuoli; sotto di lui serviva Fabrizio Colonna. I collegati pontificii erano millesettecento uomini di armi e quattordicimila fanti. Usarono allora i pontificii de’ carri falcati. I Francesi avevano, sotto il comando del duca di Nemours, il marchese di Ferrara e il cardinale Sanseverino. Oltre il duca di Foix, che vi fu ucciso, rimasero sul campo il signor d’Allegre con suo figlio, il signor Molard, sei capitani tedeschi, il capitano Maugiron, il barone di Grammont, e più di duecento gentiluomini di nascita distinta. Se tale sciagura non veniva a rovesciare tutt’i disegni de’ Francesi, il papa Giulio II correva rischio grande di perdere lo Stato, e di ubbidire al sinodo tenutosi in Milano. Ma una giornata cambiò totalmente l’aspetto degli affari, e il languente comando de’ Francesi passò nelle mani del signor de la Palisse,