Pagina:Storia di Milano II.djvu/94

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e questi malcontenti avrebbero abbracciato il partito del loro sovrano, l’oppresso duca Giovanni Galeazzo, di cui la condizione moveva a pietà, sì tosto che si fosse avvicinata un’armata a sostenerlo. Conveniva suscitare un potente nemico all’Aragonese re di Napoli, e distoglierlo così dal pensiero degli Stati altrui, per difendere il proprio. Carlo VIII, re cristianissimo, era nel bollore dell’età; aveva ventiquattro anni; amava le imprese grandi; era capace di riscaldarsi l’animo. Lodovico, che avea vissuto alcuni anni nella Francia e conosceva la nazione, formò il progetto di far prendere le armi al re Carlo, per ricuperare il regno di Napoli. Spedigli come ambasciatore Carlo Barbiano, conte di Belgioioso, il quale lo animò a scacciare da Napoli gli usurpatori aragonesi, e rivendicando le ragioni della casa di Angiò, unire quel regno alla corona di Francia. Il re aveva già in mente di frenare i Turchi, che minacciavano la cristianità: e nessun paese era a ciò più vantaggioso, quanto il napoletano. Oltre a ciò si rappresentò al re Carlo, che il denaro di Lodovico, le sue milizie erano agli ordini suoi; i desiderii de’ Napoletani erano per lui; i principi d’Italia, il papa, i Fiorentini, i Veneziani, tutti avrebbero favorita l’impresa. Così offerivasi a Carlo VIII di rinnovare nell’Italia la memoria di Carlo Magno. Già i Turchi minacciavano la Dalmazia e l’Ungheria. La gloria di salvare i regni cristiani era riserbata al primogenito fra i cristiani, il re di Francia. In tal guisa il conte di Belgioioso destramente persuase il re. Vinse colle maniere accorte e col denaro di Lodovico alcuni primari favoriti. L’impresa venne decisa, e il re, convocati gli Stati a Tours, pubblicò la guerra pel regno di Napoli; ed ivi anticipatamente distribuì i feudi di quel