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capo primo 331

dono. Nel 1488, in ottobre, il nobile Pietrine Villa di Chieri offerì, secondo la promessa, al comune di Torino una spingarda di bronzo divisala colle sue armi gentilizie.

Infine alcuna volta lo straniero che domandava d’essere ammesso fra’ cittadini di Torino, proferiva di far omaggio al comune d’alcun suo luogo che possedesse in allodio e di tenerlo dal medesimo in feudo; e così fece in luglio del 1339 Bartolomeo Vagnone, che rendette omaggio pel luogo di Drosio, posto in mezzo ad una foresta di roveri, vicino al Sangone.4 Ma nel 1374 Amedeo vi, volendo cre­scere la popolazione di Torino, francò da ogni eser­cito e cavalcata, da ogni taglia a ciò relativa, e dal gaitagio (guardia notturna) quelli che di nuovo venissero ad abitarvi. Le sue lettere hanno la data del 3 di ottobre.

Un altro ufficio, e de’ più importanti del comune, era quello di massaio o tesoriere; ufficio sempre geloso, ma più a quei tempi ne’ quali la moneta era scarsa, ed in cui più violento era P appetito delle ricchezze. Perciò si commise non di rado alla fede di un monaco. Nel 1327 fu massaio fra Giorgio di Biella, monaco di Staffarda. Otto anni dopo, Pietro, preposto degli Umiliati. Nel 1342, Boleto, rettore di S. Silvestro. Il massaio facea tutte le spese ne­cessarie per servizio del comune, ne riscotea le ren­dite, facea ridurre alle mani del comune i beni dei