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capo sesto 485

voile assicurare la successione a Maria Teresa sua figlia, ed a questo fine pubblicò la prammatica sanzione, e cercò alleati, stringendo con calde istanze e con varie proferte il re di Sardegna a dichiararsi per lui. Dall’altro lato Francia, Spagna, Inghilterra regolavano col trattato di Siviglia la divisione futura della monarchia austriaca (1729), e sollecitavano con premurosi uffici il re di Sardegna ad unirsi con loro. Vittorio Amedeo indugiava, e non si risolvea nè per l’una parte, nè per l’altra; o sia che già meditasse l’abdicazione, o che aspettasse offerta di partili più convenevoli. Alcuni scrittori, per trovar una causa solenne all’abdicazione, imaginarono ch’egli si fosse ad un tempo impegnato e coll’Austria, e colla Francia.

Questa favola assurda fu ripetuta e creduta.2 Ma la vera causa dell’abdicazione fu da un lato la mal ferma salute, il disinganno che in un cuor grande e generoso facilmente induce la lunga e dura espe­rienza del regnare, e, più di tutto, il desiderio che aveva di condurre in moglie una sua suddita, la con­tessa di S. Sebastiano, con cui sperava di poter con­durre in una cara solitudine una vita più riposata.

Carlo Emmanuele s’oppose quanto potè, e colle preghiere e colle lagrime, alla volontà del padre. Egli fu saldo nel suo proponimento; e, cercato il cerimoniale con cui Carlo Quinto avea proceduto, nelle medesime forme, addi 3 settembre del 1730,