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Pagina:Storia di torino v2 cibrario 1846.djvu/43

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capo terzo 39


Dopo il regno di questo sovrano il perimetro della città non patì variazione fino al regno di Carlo Felice.

La città di Torino, che fu sempre tanto scarsa di pubblici monumenti, poteva per altro mostrare con qualche orgoglio due nobili porte, porta Nuova e porta di Po.

Molto bella, se non di purissimo stile, era per certo la porta Vittoria o Nova, edificata nel 1620 dalla città per segno di pubblica letizia nel matrimonio del principe di Piemonte con Cristina di Francia.

Era di marmo, a bugne, con quattro colonne di ordine jonico scanalate e fasciate; negli intercolunnii, entro apposite nicchie, vedeansi le statue di S. Luigi re di Francia, e del beato Amedeo ix, duca di Savoia.

Sul frontone cimato dell’armi ducali di Savoia, declinante a guisa di cartoccio ai due lati, ed accostato dagli scudi accollati degli augusti sposi leggeasi la seguente iscrizione:


CAROLO EMANVELl SAR. DVCI
QVOD LIBERTATE ARMIS VINMCATA
PACE BELLO PARTA SECVRITATE PVBLICV
VICTORIS AMEDEI F. ET CHRISTIANAE
CHRISTIANISS. CONIVGIO FIRMATA
IN EORVM AUVENTV
NOVAM VRBEM INSTITVERIT ET
ANTIQVAM ILLVSTRARIT
S. P. Q. T. A. MDCXX.