Pagina:Storia di una Capinera (1894).djvu/239

Da Wikisource.

Storia di una Capinera 225

Dio! Dio! Dio!... fatemi morire!... anche maledetta!

Tu non puoi sapere quello che ci sia di ebbrezza, di rabbiosa voluttà nell’imporsi un’atroce tortura.... si divora sè stessi poichè non si può divorar altri.... io ho visto quell’uomo abbracciare quella donna.... quell’uomo, Nino! lei, mia sorella! li ho visti sedersi accanto, parlarsi tenendosi per le mani, sorridersi, rubarsi i baci a vicenda.... ho indovinato tutte quelle dolci parole che si dicevano, ho visto, per un miracolo d’intuizione, i più piccoli moti della sua fisonomia, quello che c’era nei suoi occhi; nessuno ha potuto vedere quello che ho visto.... i miei occhi asciutti si dilatavano; il mio cuore non batteva più; c’era un profumo di Satana in me.... E questo spettacolo è durato quasi un’ora! Un’ora là, a piedi nudi, arsa di febbre, tremante di ribrezzo, respirando l’angoscia, le furie a pieni pol-