Pagina:Stowe - Il fiore di maggio, 1853.djvu/33

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In questo momento, Grazia venne a prevenire suo padre ed il suo ospite che il pranzo era servito. Una volta a tavola James si adoperò col massimo ardore per conquistare papà Tim. È qualche volta un buon mezzo per guadagnare l’amicizia di qualcuno, il far vedere che noi l’amiamo diggià. Partendo da questo principio, James parlava, rideva, raccontava delle storielle, diceva qualche spiritosità con una sicurezza intrepida, accompagnando per intervalli l’effetto delle sue parole con uno de’ suoi dolci e penetranti sguardi che avrebbero col loro inarrivabile incanto sciolta una valanga di prevenzioni umane. James aveva ricevuto dalla natura un prezioso dono, che lo rendeva, in punto di diplomazia, superiore a tutti i diplomati dell’Europa; dopo cinque minuti di conversazione, egli provò un interesse reale per la prima persona venuta. In sì poco tempo l’uomo gajo e spiritoso si era trasformato in un uomo grave e alla buona; alla simpatia era succeduta la devozione. Quantunque il suo spirito non fosse d’avvantaggio profondo egli aveva nulla meno un tatto maraviglioso per leggere nel cuore degli altri; egli metteva in questa investigazione un’osservazione paziente e sagace che si fondava sull’interpretazione intelligente dei minori fatti esteriori che gli offrivano, a loro insaputa, le persone che erano l’oggetto de’ suoi studi; assai somigliante, in questo punto, al fanciullo che esamina le ruote e le molle d’un orologio, nella speranza di scoprire il meccanismo che le fa segnare le ore. Sotto una scabra scorza che copriva un gran fondo di bontà, papà Tim offriva un piccante soggetto allo studio di questo giovine contemplatore della natura umana. Così, dopo il