Pagina:Strada ferrata da Venezia a Milano.djvu/9

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Eccoci, o signori, riuniti per conoscere la nostra posizione. — Voi possedete dei certificati interinali di azione in una società anonima per una grande impresa: la costruzione di una strada a doppie rotaie di ferro da Venezia a Milano.

Quali sono i patti che offrono i fondatori di questa società agli optatori di azioni? È ottenuta, o sperata l’approvazione di questi patti dal Governo? Quale prospettiva di profitti offre l’impresa? Quali pratiche furono fatte sul modo di effettuarla? Quali per ottenerne la privativa?

Di tutto questo noi dobbiamo informarvi, perciocché la brama di concorrere a quest’impresa ed il timore di non fare troppo tardi la ricerca delle azioni furono tali, che non si volle aspettare per fare questa ricerca ciò ch’è d’aspettare e si aspetta prima di prendere azioni nelle società anonime, cioè la cognizione dei patti offerti dai fondatori, mediante quella pubblicazione di essi nell’albo dei tribunali, che sola rende irrevocabile la proposizione dei fondatori da un canto, e l’accettazione di chi si fa azionista dall’altro.

Questa precipitazione medesima è però il più bell’elogio della impresa. Quali parole lo farebbero meglio, che questo fatto? E siccome egli è il fatto vostro, o signori, così voi siete più eloquenti di quello che noi potremmo sperare di esserlo.

Oltre di che, ciò che qualche anno addietro si sarebbe deriso come un sogno, ormai è un assioma. Ognuno vede in realtà, e non più cogli occhi di una immaginazione poetica, che si viaggia volando. Ognuno vede che avvicinare con un soffio due città, come sono Venezia e Milano, mettendo l’una a otto ore dal mare, e l’altra a pochi minuti dal continente, annientare le distanze dall’una e dall’altra di tutte le città e paesi intermedii, di cui è seminato questo bel tratto del Giardino di Europa, attrarre con questa calamità i non più lontani interessi, e la curiosità non più rattenuta dello straniero e del connazionale, è la più bella mescolanza che si possa raccomandare, dell’utile e del diletto.

Ma simili imprese, se non sono più oggetto d’incredulità, non cessano di essere gigantesche, per le somme che richiedono.

Il migliore espediente per effettuarle sono le società anonime. Fu osservato giustamente, ch’esse sono un mezzo efficace di favorire le grandi imprese, di richia-