Pagina:Straparola, Giovanni Francesco – Le piacevoli notti, Vol. II, 1927 – BEIC 1930632.djvu/22

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FAVOLA II.

Castorio, desideroso di venir grasso, si fa cavare tutti duo i testicoli a Sandro; ed essendo quasi morto, vien dalla moglie di Sandro con una piacevolezza placato.

La favola di Alteria non men graziosamente che prudentemente recitata, mi riduce a memoria una facezia non men ridicolosa che la sua, la quale mi fu da una nobil donna poco tempo fa brevemente narrata. E se io non ve la conterò con quella grazia, con quella leggiadria che mi fu raccontata da lei, mi arrete per iscusa, perchè la natura mi ha denegato quello che a lei copiosamente concesse.

Sotto Fano, città nella Marca, posta al lito del mare Adriatico, trovasi una villa chiamata Carignano, copiosa di bei giovanazzi e di belle femine. Quivi tra gli altri abitava un contadino chiamato Sandro, il piú faceto ed il piú piacevol uomo che mai la natura creasse. E perchè egli non si metteva pensiero di cosa alcuna, andasse male o bene che si volesse, era venuto sì robicondo e grasso, che le sue carni non altrimenti parevano ch’un lardo vergelato di porco. Costui, sendo già pervenuto all’età di quarant’anni, prese per moglie una feminazza non men piacevole nè men grassa di lui, ed era in grandezza ed in grossezza simile a lui; e non sarebbe passata una settimana, ch’egli non si avesse fatto radere la barba, acciò che piú bello e piú giocondo paresse. Avenne che Castorio, gentil uomo di Fano, giovane ricco, ma poco savio, comperò nella villa di Carignano un podere con una casa non troppo grande; ed ivi con duo serventi ed una femina per suo diporto la maggior parte della state dimorava.