Pagina:Straparola - Le piacevoli notti I.djvu/209

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musici stromenti, e con grandissimi gridi che givano in fino al cielo, alla presenza del Re incontanente lo portorono. E trattogli l’elmo e le relucenti arme, il Re vide un vago giovanetto; e chiamata la figliuola, in presenza di tutto il popolo con grandissima pompa la fece sposare, e per un mese continovo tenne corte bandita. Essendo Fortunio con la diletta moglie un certo tempo dimorato, e parendogli sconvenevole e cosa vile il star ne l’ozio avolto, raccontando l’ore sì come fanno quelli che sciocchi sono e di prudenza privi, determinò al tutto di partirsi, ed andarsene in luochi dove il suo gran valore fusse apertamente conosciuto. E presa una galea e molti tesori che ’l suocero gli aveva donati, e tolta da lui e dalla moglie buona licenza, sopra la galea salì. Navigando adunque Fortunio con prosperi e favorevoli venti, aggiunse nell’Atlantico mare; nè fu guari più di dieci miglia entrato nel detto mare, che una Sirena, la maggiore che mai veduta fusse, alla galea si accostò, e dolcemente cominciò a cantare. Fortunio, che in un lato della galea col capo sopra l’acqua per ascoltare dimorava, si addormentò; e così dormendo fu dalla Sirena diglutito: la quale, attuffatasi nelle marine onde, se ne fuggì. I marinai, non potendolo soccorrere, scoppiavano da dolore; e tutti mesti e sconsolati la galea di bruni panni copersero, ed all’infelice e sfortunato Odescalco fecero ritorno: raccontandoli l’orribile e lagrimoso caso che nel mare gli era sopravenuto. Dil che il Re e Doralice e tutta la città grandissimo dolore sentendo, di neri panni si vestiro. Avicinatasi già l’ora del parto, Doralice un bellissimo bambino parturì; il quale, vezzosamente in molte delicatezze nudrito, alla età di duo anni pervenne. E considerando la mesta ed addolorata Doralice sè esser