Pagina:Straparola - Le piacevoli notti I.djvu/298

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vostro regno, che oramai era del tutto disolato e guasto? Ahimè, ch’io non meritava questo; nè ad un tanto Re, come siete voi, tal cosa si conveniva. Ma poscia che così vi piace, ed io sono nelle mani vostre, fate di me quello che più vi aggrada. — Or va, disse il Re, e non più tardare; e dotti termine per tutto dimane a risolverti di tal cosa. Partitosi Guerrino tutto rimaricato, al suo caro compagno se ne gì, e raccontogli ciò che detto gli aveva Zifroi Re. Il compagno, di ciò facendo poca stima, disse: Guerrino, sta di buon animo, nè dubitare; perciò che io ti libererò del tutto. Ricordati che nei giorni passati il gallavrone nel mele inviluppato liberasti, ed in libertà lo lasciasti. Ed egli sarà cagione della tua salute. Imperciò che dimane dopo il desinare al palazzo se n’andrà, e tre volte attorno il volto di quella dai capelli d’oro susurrando volerà, ed ella con la bianca mano lo scaccerà. E tu avendo veduto tre fiate simil atto, conoscerai certo quella esser colei che tua moglie fia. — Deh! disse Guerrino al suo compagno; quando verrà quel tempo, che io possi appagarti di tanti benefici per me da te ricevuti? Certo, se io vivessi mille anni, non potrei d’una minima parte guidardonarti. Ma colui che è rimuneratore del tutto, supplisca per me in quello che io sono manchevole. Allora rispose il compagno a Guerrino: Guerrino, fratel mio, non fa bisogno che tu mi rendi guidardone delle sostenute fatiche; ma ben è ormai tempo che io me ti scopra, e che tu conosca chi io sono. E così come me dalla morte mi campasti, così ancor io ho voluto di tanta ubligazione il merito renderti. Sappi che io sono l’uomo salvatico, che si amorevolmente dalla prigione del tuo padre liberasti: e per nome chiamomi Rubinetto. E raccontogli come la fata nell’esser sì leggiadro e