Pagina:Straparola - Le piacevoli notti I.djvu/305

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sequente sera, il marito della buona femina prese la sua arrugginita spada, e percotendo quando in questo muro quando in quell’altro, corse dietro alla moglie: la quale, piangendo e gridando ad alta voce, fuggì fuor di casa. Il che udendo, le due sorelle corsero alle finestre per intender quello che era avenuto, e cognobbero la voce della loro vicina, la quale molto forte gridava; e le due sorelle, abbandonate le finestre, scesero giù a l’uscio: ed apertolo, la tirorono in casa. E la buona femina, dimandata da loro per che cagione il marito così irato la seguiva, le rispose: Egli è venuto a casa sì imbalordito dal vino, che non sa ciò che si faccia; e perchè io lo riprendeva di queste sue ebbrezze, egli prese la spada, e corsemi dietro per uccidermi. Ma io, più gagliarda di lui, ho voluto fuggire per minor scandalo, e sonomi quì venuta. Disse e l’una e l’altra sorella: Voi, madre mia, avete fatto bene; e starete questa notte con esse noi, acciò non incorriate in alcuno pericolo della vita: e in questo mezzo il marito vostro padirà l’ebbrezza sua. Ed apparecchiata la cena, cenarono insieme; e poscia unsero la poavola, e se n’andorono a riposare. Venuta l’ora che la poavola di cacare bisogno aveva, disse: Mamma, caca! E Adamantina, secondo l’usanza, le poneva sotto il pannicello mondo, e la poavola cacava danari con grandissima maraviglia di tutte. La buona femina che era fuggita, il tutto vedeva, e molto suspesa restava; e parevale un’ora mille anni di furarla e di poter operare tal effetto. Venuta l’aurora, la buona femina, dormendo ancora le sorelle, chetamente si levò di letto; e senza che Adamantina se ne avedesse, le furò la poavola che vi era appresso: e destatele, tolse licenza di andar a casa, dicendole che la pensava che oramai il marito poteva aver digesto il vino scon-

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