Pagina:Straparola - Le piacevoli notti I.djvu/72

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diamo a casa. E, andatisene in piazza, comperorono polli ed altre cose che facevano bisogno al loro mangiare; e, postele sopra il dorso della capra che seco condotta avevano, l’ammaestrarono di tutto quello che ei volevano che facesse e alle loro mogli dicesse. La capra carica di vettovaria, essendo in libertà, si partì, e andossene in tanta bon’ora, che mai più la videro. Venuta l’ora del desinare, i buoni compagni ritornorono a casa, ed addimandorono le loro mogli se la capra era venuta con la vettovaria a casa, e se fatto avevano quello che ella detto gli aveva. Risposero le donne: Oh sciocchi e privi d’intelletto, voi vi persuadete che una bestia debba far i servigi vostri? certo ve ne restate ingannati, perciò che voi volete ogni giorno gabbare altrui, ed alla fine voi rimanete gabbati. I compagnoni, vedendosi derisi dal prete ed aver tratti i cinquanta fiorini d’oro, s’accesero di tanto furore, che al tutto lo volevano per uomo morto; e, prese le sue arme, a trovarlo se n’andorono. Ma lo sagace pre Scarpacifico, che non stava senza sospetto della sua vita ed aveva sempre i compagni innanzi gli occhi, che non li fessero alcuno dispiacere, disse alla sua fante: Nina, piglia questa vescica piena di sangue e ponela sotto il guarnello; perciò che, venendo questi malandrini, darotti la colpa del tutto; e, fingendo di esser teco adirato, tirerotti con questo coltello un colpo nella vescica, e tu, non altrimenti che se morta fosti, a terra caderai; e poi lascia lo carico a me. Nè appena pre Scarpacifico aveva finite le parole con la fante, che sopragiunsero i malandrini, i quali corsero adosso al prete per ucciderlo. Ma il prete disse: Fratelli, non so la cagione perchè voi mi vogliate offendere. Forse questa mia fante vi debbe aver fatto alcuno dispiacere ch’io non so. E, voltatosi contra lei,