Pagina:Strocchi - Elogi e discorsi accademici.djvu/112

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buon Omero„ ma crederò ad un tempo, che, se il poema fosse dettato nello stile de’ Dionisiaci, di Nonno Panopolita, o de’ Paralipomeni di Quinto Calabro, non sarebbe intervenuto ciò che si racconta di un grammatico, che avendo tolto a notarne i versi più belli, alla fine si avvide averli notati tutti quanti. Altri disse essere troppo lungo e poco simile al vero un racconto, che empie lo spazio di ore nella letizia di un convivio; Enea render figura di fondatore di religione anzi che di guerriero deduttore di colonia; lo sposo di Lavinia più che il pio Troiano meritevole della vittoria; la macchina della Divina Commedia nel compreso delle bolge d’inferno, secondo lo stile delle arti in quel secolo, angusta e macra verso la grandezza dell’argomento; perfetta quella della Gerusalemme Liberata. Or chi de’ nominati sale in più fama di poeta? Lo stile eccellente è ciò, che determina la eccellenza dell’artefice e dell’arte. Traduttore, che bene e meglio in ciò sia provveduto, stringendosi al paragone non sarà vinto, e saprà talvolta uscir vincitore.

Fin qui di sentenze vociferate in dispregio dell’arte, di che tolsi a disputare, delle quali parmi avere svelata la fallacia quanto basti a non perder speranza di poter cogliere in quel campo una qualunque foglia di alloro; quanto basti a temperare i fastidi di chi tenero unicamente degli autori si reca a schivo l’opera de’ traduttori; e potrebbe per avventura far sovvenire di quel cotale, che in Parnaso alla presenza di Apollo altamente piangea delle Decadi di T. Livio perdute, e interrogato dallo stesso Apollo se le superstiti avesse lette, rispose che no mai.