Pagina:Studi intorno alla storia della Lombardia negli ultimi trent'anni.djvu/223

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PARTE SECONDA 211

Ho detto che gli uomini della presentanea generazione, sottentrante a quella del 1821, si trovarono posti fin dalla più tenera infanzia nella condizione di orfanelli allevati da una madre timida e di corto senno, o da vecchi congiunti, ancor più timidi e meno assennati. Ho detto che l’educazione pubblica che ricevettero nella loro adolescenza non tendeva ad altro scopo che a fiaccare in loro ogni energia, ad inspirar loro l’unica virtù dell’obbedienza, ad inculcar loro queste massime: dovere l’uomo prudente cansare ogni briga; esser tenuto l’uomo giusto e buono a nodrire una sconfinata riconoscenza inverso al sovrano, che, nello spogliarlo d’ogni diritto, lo esime da ogni imbarazzo per non lasciargli altro debito da adempire che quello della sommessione. Ho detto che all’uscir dalla Università, colla mente ancora colpita dalle mostruose dottrine che loro sono state insegnate, quei giovani si trovano oppressi effettivamente sotto il sistema di spionaggio e di tirannia che è stato loro annunziato o, sto per dire, promesso come il migliore possibile governo. Veggono gli uomini generosi ridotti alla impotenza di procurare il bene, perseguitati ed angustiati persino nelle loro cose domestiche; e scorgono, dall’altro canto, i vili ed imbecilli servitori che hanno posto a frutto i funesti ammaestramenti della loro infanzia, insigniti dei segni esteriori della pubblica considerazione, conseguire l’intento di tutte le loro intraprese, passeggiare fastosi per le vie della città, col sorriso sulle labbra, la cera d’uomo contento, grassi e ben pasciuti. Chi meraviglierà che il più gran numero di questi giovani esposti senza schermo ad una serie di seduzioni, ch’ebbe principio, per così dire, fin dalla