Pagina:Sul congiungimento del Mediterraneo all'Adriatico.djvu/14

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sti importanti che possono supporsi formar l’obbiettivo dei nemici; con queste si fulminano, si disordinano le truppe, mentre i loro capi stanno consultando il modo di ordinarle. Le ferrovie come servono ad avvantaggiare il commercio, istessamente valgono a minorare i danni della guerra; e se favorendo quello si accresce la ricchezza dello stato, conducendo questa, quando si è costretti a farla, colla più possibile sollecitudine, si vengono ad evitare mali maggiori. Dunque le ferrovie formano parte anch’esse dei mezzi necessari ad attuare un bene ideato sistema di difesa dello stato. Perciò appunto io credo che nel Regno italiano debbano queste essere ordinate di maniera che nel mentre abbiano ad essere utili pel riguardo commerciale, non possono essere menomamente dannose per quello militare o strategico. E ciò intendo sia detto in genere per qualunque linea ferroviaria costrutta a spese di società private. Ma quando si tratti di linee principali che abbiansi a costruire col concorso dello Stato, queste debbono onninamente soddisfare a tutte condizioni di pubblico interesse di una nazione industre, agricola, commerciante, e specialmente per quello militare. Ricordo che a’ tempi del governo papale vi furono sostenitori di una ferrovia pel vantaggio dei fedeli che volevano visitare un celebre santuario. Ora che l’Italia va in sollucchero all’odore della polvere, bisogna pensare ai Soldati che, fedeli al Re ed alla Patria, difendono il Santuario della libertà, della indipendenza, della Nazione, e sul suo altare fanno olocausto delle vite loro in mezzo a vortici di fumo innalzantisi al cielo da tutt’altri arnesi che non sono turiboli.

Poniamo il caso che una società qualunque si proponesse costruire una ferrovia, la quale attraversasse in qualche dato punto le fortificazioni di alcuna Piazza del Regno, e ne interrompesse le reciproche comunicazioni con patente svantaggio di esse. Domando io, non ha forse il Governo pieno diritto d’impedire questa ferrovia, o per lo meno di subordinarne la concessione per quel tratto a certe condizioni che valgano, alla occorrenza, a rimuovere dalla Piazza qualunque pericolo di nemica offesa?1 Ora, se è innegabile che il Governo abbia questo diritto, avrà anche l’altro, mi pare, di rifiutarsi a qualun-

  1. Nella costruzione della ferrovia da Bologna a Piacenza fu dal duca Francesco IV obbligata la società, non rammento bene se a Modena od a Reggio, a farla passare sotto il comando delle fortificazioni, abbenchè se ne viziasse in tal modo l’andamento.