Pagina:Sulla pietosa morte di Giulia Cappelletti e Romeo Montecchi.djvu/15

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Io dico adunque, che letto il Dalla Corte, ed inteso come si deve quel ch’egli ha scritto, non troviamo in lui cosa che secondo la condizione di que’ tempi non si dimostri possibile e naturale, non esclusa quella singolarità di eventi e di partiti ch’erano voluti dalle circostanze, e che poi resero giustamente memorabile questo fatto. Ecco com’io ragiono.

“Romeo Montecchi, bello e cortese giovane, osa cavarsi la maschera, e trattenersi alla festa di ballo (che dava essendo carnovale in sua casa messer Antonio de’ Cappelletti) come se non sapesse di essere in mezzo alli suoi più fieri nemici. Veduto da tutti con meraviglia non n’è per questo cacciato, a riguardo dell’età sua, e per essere accostumato molto e gentile. Comincia la danza, qual che si fosse, ed invitato da una gentil donna entra in ballo. Poco dopo lascia quella, e piglia un’altra assai bella giovane sulla quale aveva prima fermato gli sguardi. Essa il compiace