Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/211

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letto e di grande sapere. Il signor Dento era pronto nei suoi giudizî su cose e persone ma lentissimo a cambiar di parere. Una volta che aveva detto il suo parere ci viveva con l’ostinazione di chi si è fabbricato da solo la casa. Le cose si mutavano, l’individuo ch’egli amava diveniva sospetto e lui trovava tutti gli argomenti per difenderlo e spiegarlo. Quando poi, infine, sentiva i colpi che il traditore gli menava, allora appena egli se la prendeva con la nequizia della natura umana. Tanto per poter dire che la persona ch’egli aveva amata era tuttavia migliore di tutti gli altri.

Il signor Beer un uomo forse quarantenne era vestito sempre di un lungo palamidone nero. Una barbina biondiccia che partiva dal mento metteva un margine alla sua faccia alquanto legnosa dal naso sottile, le guancie nude poco fresche, tutta una faccia regolarissima e povera che pareva fatta con ordigni di falegname. Aveva una capigliatura ricciuta abbondante piú bruna del barbino e dei mustacchi.

Poi si scese per una via ripida alla cittadina sottostante, una di quelle piccole città che forse in antico tempo ebbero qualche sviluppo segnato da qualche palazzina barocca, di un piano altissimo dalle vaste finestre addobbate da intarsi in legno, il piano di sotto e il terzo dalle finestrelle quadrate piccole a una lastra sola.

Tutto questo il vecchio ricordava per averlo rivisto poi tante volte. Di quell’arrivo, di tutta quell’ora egli non ricordò né il signor Beer, né tutti i suoi compagni di viaggio e alcun loro atteggiamento, vestito o parola. L’erta, la cittadina, il fiume non erano di quell’ora. Egli ricordava solo con piena sicurezza il facchino del collegio, un ragazzotto un po’ zoppo che pochi giorni appresso doveva abbandonare il luogo senza ch’egli piú lo rivedesse. Fortunata l’ora che può essere individuata da un particolare qualunque anche se non poté avere importanza alcuna. Lo zoppo trasportando i tanti bagagli giú per l’erta faceva sentire il suo respiro affannoso. Forse fu visto e ricordato per tale sua sonorità.

Al fiume s’imbarcarono tutti su un barcone lungo e alto spinto e guidato con un lungo punteruolo puntato sul fondo