Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 135 — |
l’istante essa sorrise dolcemente all’uomo che le stava accanto fiducioso. Ed io pensai: — Essa ancora non sa ed è convinta di sapere.
Ricordo ancora che Giovanni disse: — Ma lasciatelo bere. Il vino è il latte dei vecchi. — Lo guardai raggrinzando la mia faccia per simulare un sorriso ma non seppi volergli bene. Sapeva che a lui non premeva altro che il buon umore e voleva accontentarmi, come un bimbo imbizzito che turba un’adunata d’adulti.
Poi bevetti poco e soltanto se mi guardavano, e più non fiatai. Tutto intorno a me vociava giocondamente e mi dava fastidio. Non ascoltavo ma era difficile di non sentire. Era scoppiata una discussione fra Alberi e Giovanni, e tutti si divertivano a vedere alle prese l’uomo grasso con l’uomo magro. Su che cosa vertesse la discussione non so, ma sentii dall’uno e dall’altro parole abbastanza aggressive. Vidi in piedi l’Alberi che, proteso verso Giovanni, portava i suoi occhiali fin quasi al centro della tavola, vicinissimo al suo avversario, che aveva adagiato comodamente su una poltrona a sdraio, offertagli per ischerzo alla fine della cena, i suoi centoventi chilogrammi, e lo guardava in-