Pagina:Svevo - La novella del buon vecchio e della bella fanciulla ed altri scritti, 1929.djvu/155

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to, non a toglierle il desiderio del riposo, di fronte al quale non le importava più neppure di aver ragione. Per fare presto domandò: — Vuoi di quelle goccie che il dottore prescrisse per il sonno?

Esitai per quanto il desiderio di star meglio fosse fortissimo. — Se lo vuoi, — dissi tentando di apparire solo rassegnato. Prendere le goccie non equivale mica alla confessione di star male.

Poi ci fu un istante in cui godetti di una grande pace. Durò finchè mia moglie, nella sua camicia rosea, alla luce lieve di quella candela, mi stette accanto a contare le goccie. Il letto era un vero letto orizzontale, e le palpebre, se le chiudevo, bastavano a sopprimere qualsiasi luce nell’occhio. Ma io le aprivo di tempo in tempo, e quella luce e il roseo di quella camicia mi davano altrettanto refrigerio che l’oscurità totale. Ma essa non volle prolungare di un solo minuto la sua assistenza e fui ripiombato nella notte a lottare da solo e per la pace.

Ricordai che da giovine, per affrettare il sonno, mi costringevo a pensare ad una vecchia bruttissima che mi faceva dimenticare le belle