Pagina:Svevo - La novella del buon vecchio e della bella fanciulla ed altri scritti, 1929.djvu/280

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pentì, e ritornò sulla via. Quelle spiegazioni non dovevano avere dei testimoni. Bisognava fare in modo che la burla — se realmente si trattava di una burla — non si divulgasse. Per il momento egli avrebbe aspettato il Gaia sulla via e poi, se fosse occorso, l’avrebbe indotto a seguirlo in luogo ove si poteva punire senza sfigurare? Mario non lo sapeva. Ma, teorico come era, gli pareva di aver già stabilito tutto. L’importante era di trovare il Gaia.

Ebbe fortuna, intanto. Quando già cominciava a soffrire del freddo intenso, vide apparire il commesso che correva. Rincasato tardi come al solito, aveva aspettato nel letto l’ultimo momento utile per arrivare in tempo al suo dovere.

Mario, che ora batteva i denti (non sapeva neppur lui se dal freddo o dall’eccitazione), l’affrontò ruminando parole relativamente miti con cui domandare delle spiegazioni. Ma il Gaia ebbe la sfortuna d’essere poco attento, forse causa la fretta. Senza averlo salutato, gli domandò: — Hai avuto notizie del Westermann?

Le parole preparate con tanta accuratezza, svanirono, e Mario non ne trovò altre. Il suo