Pagina:Svevo - La novella del buon vecchio e della bella fanciulla ed altri scritti, 1929.djvu/78

Da Wikisource.

— 68 —

che la sua coscienza non era tranquilla ma non ne vedeva la ragione. Decise di dare una somma anche maggiore alla giovinetta. Gli parve che sarebbe bastato di indurla a dirsi grata per riavere la coscienza tranquilla.

Verso mattina s’addormentò ed ebbe un sogno: camminava al sole tenendo per mano la bella fanciulla, proprio come l’ubriaco teneva per mano il ragazzo. Anch’essa lo precedeva di poco, ciò che a lui serviva per vederla meglio. Era bellissima, vestita di cenci colorati come il primo giorno in cui egli l’aveva vista. Camminava picchiando il piccolo piede al suolo e ad ogni suo passo risonava il campanello d’allarme come quel giorno sul viale di Sant’Andrea. Il vecchio che fino allora era proceduto col suo passo lento, si sforzò di raggiungere la giovinetta. Essa era divenuta per lui la donna del suo desiderio, tutta, coi suoi cenci, col suo passo e persino quel suono argentino del campanello che doveva essere attaccato al suo piedino. Poi fu subito stanco e volle sciogliere la sua mano da quella della giovinetta. Non vi riuscì che quando esausto cadde a terra. La giovinetta come un automa si allontanò