Pagina:Svevo - Senilità, 1927.djvu/140

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Emilio s’impaurì. Puerilmente ricordò al Balli la promessa fatta pochi minuti prima: — La promessa l’hai già fatta. Procura ora d’ispirarti altrove.

Il Balli rise di cuore. Ma poi, commosso — aveva avuta un’altra prova della violenza della passione in Emilio — disse: — Chi avrebbe potuto prevedere che un’avventura simile potesse acquistare tale importanza nella tua vita! Se non fosse tanto doloroso, sarebbe ridicolo.

Allora Emilio si lagnò del proprio triste destino con un’ironia di se stesso che toglieva ogni ridicolo da lui. Disse che tutti coloro che lo conoscevano dovevano sapere che cosa pensasse della vita. In teoria la vedeva priva di qualsiasi contenuto serio, ed infatti egli non aveva creduto in nessuna delle felicità che egli erano state offerte; non ci aveva creduto e veramente non aveva mai cercato la felicità. Ma come era più difficile di sottrarsi al dolore! Nella vita priva di qualsiasi contenuto serio, diveniva seria e importante anche Angiolina.

In quella prima sera l’amicizia del Balli fu utilissima ad Emilio. La compassione che il Brentani sentiva nell’amico lo tranquillava molto. Prima di tutto egli poteva essere sicuro che, per il momento, Stefano ed anche Angiolina non si sarebbero trovati; poi egli aveva una natura mansueta che abbisognava di carezze. Dalla sera prima aveva cercato invano dove puntellarsi. Era stata forse la mancanza di appoggio la causa per cui l’agitazione lo aveva tanto spesso padroneggiato dispoticamente. Avrebbe po-