Pagina:Svevo - Senilità, 1927.djvu/59

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sconvolto: — Il sole a te fa male? Mi dicono infatti che ci sono delle persone che non lo possono sopportare. — Come ella aveva torto d’amare il sole.

Al momento di separarsi, egli le chiese: — E se Volpini risapesse di questa nostra passeggiata traverso la città?

— Chi gliel’avrebbe a dire? — disse essa con grande calma. — Gli direi che tu sei un fratello o un cugino della Deluigi. Egli non conosce nessuno a Trieste, ed è quindi facile fargli credere ciò che si vuole.

Quando si separarono, egli volle ancora analizzare le proprie impressioni e camminò solo, senza direzione. Un lampo d’energia rese il suo pensiero rapido e intenso. S’era imposto un problema e subito lo risolse. Avrebbe fatto bene a lasciarla immediatamente e non rivederla più. Non poteva più ingannarsi sulla natura dei propri sentimenti, perchè il dolore che poco prima aveva provato era troppo caratteristico con quella vergogna per lei e per se stesso.

S’avvicinò a Stefano Balli col proposito di fargli una promessa per cui la sua risoluzione fosse resa irrevocabile. Invece la vista dell’amico bastò a fargliela abbandonare. Perchè non si sarebbe potuto divertire anche lui con le donne come faceva Stefano? Ricordò quale sarebbe stata la sua vita senz’amore. Da una parte la soggezione al Balli, dall’altra la tristezza d’Amalia, e null’altro. E non gli parve d’essere meno energico ora che poco prima; anzi, ora voleva vivere, godere anche a costo di soffrire. Avreb-