Pagina:Svevo - Senilità, 1927.djvu/69

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mata dal Balli. — Non credo, — disse egli sinceramente, lieto di quell’indifferenza. — Il Balli ha un modo strano d’amare le donne; le ama molto ma tutte egualmente quando gli piacciono.

— Deve averne avute molte? — chiese essa pensierosa. E qui egli credette di dover mentire. — Non lo credo.

La sera appresso dovevano trovarsi al Giardino Pubblico in quattro. I primi sul posto furono Angiolina ed Emilio. Non era troppo gradevole d’attendere all’aperto, perchè, senza che fosse piovuto, il terreno era umido per lo scirocco. Angiolina volle celare la sua impazienza sotto un aspetto di malumore, ma non le riuscì d’ingannare Emilio il quale fu preso da un intenso desiderio di conquistare quella donna ch’egli non sentiva più sua. Fu noioso invece, lo sentì ed ella non mancò di farglielo sentire anche meglio. Stringendole il braccio, egli le aveva chiesto: — Mi vuoi bene almeno quanto iersera? — Sì! — disse lei bruscamente — ma non sono mica cose che si dicano ad ogni istante.

Il Balli capitò dall’Acquedotto al braccio di una donna grande come lui. — Com’è lunga! — disse Angiolina emettendo subito su quella donna l’unico giudizio che a quella distanza se ne poteva fare.

Avvicinatosi, il Balli presentò: — Margherita! Ange! — Tentò nell’oscurità di vedere Angiolina e s’avvicinò con la faccia tanto che allungando le lab-