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180 DEGLI ANNALI
An. di Roma dcclxxx. Di Cristo 27.

Cons. M. Licinio Grasso e L. Calpurnio Pisone.

An. di Roma ccclxxxi. Di Cristo 28.

Cons. Ap. Giunio Silano e P. Silio Nerva.

I. Era il consolato di G. Asinio e G. Antistio, il nono anno che la repubblica in mano di Tiberio quietava, e la sua casa fioriva (ponendo egli la morte di Germanico tra le felicità); quando la fortuna cominciò repente a voltare, egli a incrudelire o darne animo altrui; e tutto nacque da Elio Seiano, generale de’ soldati di guardia, della cui potenza di sopra toccai; ora dirò sua origine e costumi, e con che ardimento tentò signoria1. Nacque in Bolsena di Seio Strabone cavalier romano; fu paggio di G. Cesare nipote d’Augusto: non senza nome d’aver venduto ad Apizio ricco e prodigo, l’onestà, guadagnossi poi con varie arti Tiberio sì, che lui a tutti altri cupo, rendè a sè solo aperto e confidente; non tanto per suo sapere (perchè con questo fu vinto) ma per ira degl’Iddii; onde con pari danno di Roma crebbe e cadde. Fu faticante di corpo, ardito d’animo; sè copriva, altri infamava; adulatore e superbo insieme era: di fuori contegnoso, entro avidissimo; e, per avere, donava e spandeva; e spesse industrie usava, e vigilanze, che troppo costano quando sono a fin di regnare.

  1. Leggo caeptaverit, non captaverit. Non l’ebbe, perchè Tiberio lo estinse, ma la cominciò, e a tal grandezza venne, che già era chiamato imperadore; e Tiberio podestà di quell’Isole.