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184 DEGLI ANNALI

gli onori senza dubbio a’ migliori per antica nobiltà, virtù civile e gloria d’armi. Tenevano i consoli e pretori l’apparenza: i minori magistrati esercitavano la loro podestà; le leggi, fuor dei casi di maestà bene usate; grani, tributi e altre entrate pubbliche, maneggiate da compagnie di cavalieri romani. Le cose sue faceva Cesare ministrare a cima d’uomini, di prova o di nome: tenevali tanto, cbe molti invecchiavano in uno uficio. La plebe pativa del caro; ma che colpa del principe? Anzi egli accrebbe il coltivare e ’l navigàre con ogni possibile spesa e industria. Gravezza nuova non pose: le vecchie faceva senza avarizia e crudeltà de’ ministri tollerare, non le persone affliggere, pon de’beni privarle.

VII. Pochi stabili per l’Italia teneva, non turbe di schiavi, pochi liberti in famiglia: se litigava con privati, chiedeva giudice e ragioni. E tutte queste benignità per modi non benigni, ma villani o spaventosi1 ritenne, insino alla morte di Druso; perchè Seiano nel cominciare a crescere, voleva nome di consigliare il bene, e temeva di Druso, nimico già scoperto e sbuffante, che dov’era il figliuolo, si chiamasse all’imperio altro aiuto: „Che gli manca a farsi compagno? Duro è tentar signoria: se vi metti una branca, partigiani e ministri ti corron dietro. S’è fatto ’l campo a suo modo: datogli in mano la milizia: vedesi nelle fabbriche di Pompeo la sua bella figura: mescolerassi questa razza col sangue de’Drusi; botianci alla Modestia ch’ei fermi qui„.

  1. Traeva, diciamo noi, il pane con la balestra. Vedi la postilla del primo libro, §. LXXV.