Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 1.djvu/34

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LIBRO PRIMO 27

darvi Druso suo figliuolo, co’ primi della città, con due coorti rinforzate, fiore della guardia, senz’altra commessione che di fare secondo volesse il bisogno. Aggiunsevi gran parte de’ cavalli di guardia, col nerbo di Germani1, che allora la persona guardavano dello imperadore. Elio Seiano capitano della guardia, gran favorito di Tiberio, e Strabone suo padre, dati furono al giovane per tener lui ammaestrato, e gli altri in timore e speranza. A Druso, già vicino, andaro incontro quasi a far riverenza le legioni, non gaie al solito, nè con le insegne folgoranti; ma lorde e con visi, benché acconci a mestizia, più veramente cagneschi.

XXV. Quando e’ fu entro allo steccato, metton guardie alle porte, armati alle poste; gli altri in gran numero accerchiano il tribunale. Stava ritto Druso, e con la mano chiedeva silenzio. Essi quando giravan l’occhio alla loro moltitudine levavano mugghio efferato: quando a Cesare, allibbivano; un bisbigliare non inteso, stridere atroce, chetarsi a un tratto (movimenti contrarj d’animo) li mostravano tremorosi o tremendi. Allentato il tumulto, lesse la lettera del padre, che diceva: „Essergli più di tutte a Cuore quelle fortissime legioni, con cui sostenuto avea tante guerre; posato che avesse l’animo dal dolore, tratterebbe co’ Padri le loro domande: intanto mandava il figliuolo a consolarle di quanto allora si potesse; il rimanente serbava al senato, non si potendo torgli la sua ragione delle grazie e dei gastighi„.

  1. Di questa nazione, fidatissima guardia delle persone dei principi, Augusto per la rotta di Varo insospettì: Tiberio la riprese.