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fosca | 199 |
uomo non mi possono rifiutare. Mia cugina non ha serbata memoria alcuna di ciò che successe oggi...
— Ah! vostra cugina...interruppi io. Ebbene?
— È necessario che essa continui ad ignorarlo, che non sappia nulla di ciò che sta per succedere. L'esito di un duello è incerto, e...
— Sì, io dissi alzando il capo e guardandolo in volto per la prima volta dacché era entrato nella stanza, è assai incerto. Io potrei anche uccidervi, non è vero?
— Verissimo, rispose egli un po' turbato, come io potrei uccidere voi.
E dopo un momento di silenzio mi chiese:
— Mi odiate dunque molto?
— Non so, io risposi, ma se non fossi certo che fra poco o ucciderò, o sarò ucciso, mi sarei già buttato sulla via per uccidere qualcun altro.
— Vi ho fatto una domanda inopportuna, diss'egli con aria mortificata e sorpresa. Tali sentimenti non mi riguardano. Le nostre convenzioni sono stabilite, e basta. A domani.
— A domani.
Ed uscì.
Allorché sentii l'uscio richiudersi dietro di lui, ricaddi sulla mia sedia, e proruppi in un pianto dirotto.
Il dottore, che era rimasto nella stanza senza che me ne fossi avveduto, mi si avvicinò e mi disse:
— Calmatevi. Siete stranamente agitato. È a deplorarsi che quella donna vi abbia condotta a tale estremo, ma chi l'avrebbe preveduto? Questo duello avrebbe potuto essere evitato; il vostro contegno fu calmo, ma provocante. Ora non giova pensarci. Voi l'avete detto, l'esito d'uno scontro è incerto, è follia il preoccuparsene. Io sono afflitto di aver cagionato inconsciamente queste sventure, ma voi sapete che l'ho fatto a fine di bene. Non me ne porterete rancore?