Pagina:Tartufari - Il miracolo, Roma, Romagna, 1909.djvu/305

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CAPITOLO IV.

Palmina diceva, servendo a tavola, che presto qualcuno sarebbe morto nei dintorni; perchè la civetta da più notti sentiva odore di carne morente e lo annunziava nel suo brutto linguaggio. Infatti Domitilla Rosa profetizzava di sè nelle divagazioni del suo delirio, che in breve il Divino Sposo l'avrebbe chiamata alla gioia de' suoi dolcissimi amplessi. L'amore di Gesù le dava sussulti e spasimi, ed essa trovava nel delirio frasi di passione quasi peccaminosa per esprimere l'ardore della sua sete spirituale. Si chiamava l'innamorata del dolore, invocava per le sue carni le pene del crocifisso, protendeva le mani aperte, attendendo con sorrisi di estasi che Gesù la onorasse nelle palme del sacrosanto segno delle sue stimate, e, qualunque cosa le offrissero a lenimento de' suoi mali, torceva il capo e mormorava:

— Levate, levate....

Ai primi di settembre, nel cuore della notte, essa, che di solito rimaneva quieta per non disperdere nulla