Pagina:Tassoni, Alessandro – La secchia rapita, 1930 – BEIC 1935398.djvu/222

Da Wikisource.
216 la secchia rapita


19
     Or al legato que’ signor portaro
rinfresca menti di diverse sorte;
di trebbian perfettissimo un quartaro,
e in sei canestre ventiquattro torte,
e una misura, che tenea un caldaro,
di sughi d’uva non piú visti in corte;
e per cosa curiosa e primaticcia
quarantacinque libre di salciccia.
20
     Ringraziolli il legato; e que’ regali
dividendo fra’ suoi l’invito tenne.
E fra tanto col feltro e gli stivali
il nunzio per la posta sopravenne;
e informandol di tutti i principali
motivi, seco a la cittá se ’n venne:
la qual s’affaticò con ogni onore
di trarre il papa del passato errore.
21
     Si rinovò la tregua: e ad incontrarlo
uscí de la cittá tutto il consiglio;
e fin le dame uscîr per onorarlo
fuor de la porta inverso il fiume un miglio.
Preparossi il castel per alloggiarlo
con paramenti di tabbi vermiglio;
corsesi un palio, e féssi una barriera,
e in maschera s’andò mattina e sera.
22
     Il nunzio ragunar fece il senato
ne la sala maggiore il dí seguente,
dove con pompa grande entrò il legato,
benedicendo nel passar la gente.
Sotto un gran baldacchino di broccato
stava la sedia sua molto eminente;
e quindi ei cominciò, grave e severo,
a parlare a quei vecchi dal braghiero: