Pagina:Tassoni, Alessandro – La secchia rapita, 1930 – BEIC 1935398.djvu/227

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canto duodecimo 221


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     Fu da mille cavalli accompagnato
da la cittá fino ai vicini lidi,
dove trovò l’esercito schierato
che ’l ricevè a suon di trombe e gridi.
Il ponte e la riviera indi passato,
dai bolognesi e loro amici fidi
fu ricevuto; e circa le vent’ore
giunse a la lor cittá con grande onore.
40
     Il dí che venne, per trattenimento
le spoglie gli mostrâr del campo rotto,
prigioni, armi, bandiere e ogni stormento;
e fu in trionfo anch’egli il re condotto.
Indi per allegrezza il Reggimento
gittò da le finestre un porco cotto,
ordinando che ’l dí de la vittoria
cosí si fésse ogn’anno in sua memoria.
41
     Fece il legato poi la sua ambasciata
nel publico consiglio; e non fu intesa
con quell’attenzion ch’imaginata
s’era nel cominciar di quella impresa.
Parea strano a ciascun che terminata
fosse con pari onor quella contesa;
e rivolean la secchia ad ogni patto,
e non volean che ’l re fésse riscatto.
42
     Proponeva il legato un mezzo onesto,
che ritenendo il re ch’avean prigione,
rimettessero poscia in quanto al resto
ne l’arbitrio del papa ogni ragione.
E quando ancor gli trovò sordi in questo,
né gli potè mutar d’opinione;
— Dunque, disse sdegnato, i nostri amici
han minor fede in noi che gli nemici?