Pagina:Tassoni, Alessandro – La secchia rapita, 1930 – BEIC 1935398.djvu/81

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canto quarto 75


51
     Onde forzato fu di ritornare
il frate al campo: e ’l conte a lui converso
— Padre, dicea, vi voglio accompagnare;
datemi una gonella da converso. —
Il frate gliene fece una portare
ricamata di brodo azzurro e perso,
ch’era del cuoco: e ’l conte se la pose,
e tutto nel cappuccio si nascose:
52
     e rivoltato a’ suoi disse ch’ei giva
a procurar anch’ei sorte migliore;
ma se ’l nemico altier non s’ammolliva,
tentato avria di rimaner di fuore;
e che con nuova gente ei s’offeriva
di tornare in soccorso in fra poch’ore,
pur ch’a lor desse il cor di mantenerse
un giorno ancor ne le fortune avverse.
53
     In suo luogo lasciò Guido Canossa:
e non prese arme, fuor ch’una squarcina
che nascondea quella vestaccia grossa,
con un giaco di maglia garzerina.
Ritrovaron Gherardo in su la fossa,
che facea fabricar per la mattina
contra la porta una sbarrata grande,
che chiudeva per fronte e da le bande.
54
     Quando Gherardo vide il guardiano,
gli venne incontro: e ’l frate gli dicea,
che troppo duro al popolo reggiano
il partito proposto esser parea;
ch’egli voleva uscir con l’armi in mano,
e che nel resto a lui si rimettea.
Gherardo entrò in furor quand’udí questo,
e disse al frate: — Padre, io vi protesto