Pagina:Tigre Reale.djvu/168

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sguardi dei suoi amici, un vago sentimento del dovere, della giustizia, dell’onore, di tutto quello che improvvisamente gli avea fatto sentire la sua mano di ferro nel momento in cui era arrivato sull’uscio della camera del suo bimbo moribondo, sentimento che avea conosciuto allora, per la prima volta in sua vita, sentendolo insorgere dentro di sè come una vampa di rossore, come una fitta di rimorso, e gli s’era inchiodato là, in quella casa, in ogni suo passo, in mezzo a tutti i sofismi della passione, incrollabile e inesplicabile. Sembravagli in ogni momento di vedere laggiù, su quell’orizzonte dietro il Capo dei Mulini, qualcosa che l’affascinava e l’atterriva. Avea il presentimento di aspettare una notizia funesta; provava delle scosse nervose all’annunzio più semplice, quando il domestico entrava nel suo gabinetto, quando il campanello squillava all’improvviso. Errava per la casa quasi barcollante; cercava delle occupazioni; si creava degli affari imperiosi; andava e veniva con un’aria affrettata ed inquieta; in certi momenti avea gli occhi di un pazzo. Quando ve-