Pagina:Tigre Reale.djvu/51

Da Wikisource.

- 46-

— Per non lasciarla mai sola con sè stessa, come adesso.

— Ma io sono in buona compagnia invece.

— Mi perdoni se ho troppo osato! diss’egli seccamente.

— Al contrario. Perchè non sarebbe mio fratello? Giacchè non siamo ancora amici, giacchè non possiamo essere camerati, giacchè non saremo mai altro, siamo pure fratello e sorella.

— Vorrei avere il diritto di leggerle nel pensiero. Vorrei avere il diritto di stringerle la mano in certi momenti...

— Proteggermi, assistermi, alleviare le mie pene, e tutelarmi, da vero fratello maggiore. Mi chiami Bebè, caro La Ferlita e mi regali dei confetti.

— Ho torto, lo confesso! disse Giorgio bruscamente ritirando la mano.

— Davvero? le sembro così malata? e crede che pensi alla morte come Maria Maddalena? Se ciò fosse, vorrei godermi la vita e aver degli amanti... Allora naturalmente lei sarebbe il primo...