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In così dire si mise a tossire di nuovo. La Ferlita le prese il braccio con amorevole violenza.
— Ebbene, come vostro amico datemi retta, rientrate in casa. Così vi uccidete.
Nata si lasciò condurre, docile e obbediente come una fanciullina; Giorgio rianimò il fuoco, avvicinò la poltrona al camino, le fece scaldare i piedi intirizziti. Ella era pallida, e di quando in quando si stringeva nelle vesti con un brivido di freddo; la fiamma alta la faceva sorridere. Ei non diceva più verbo, e sembrava prendere sul serio la sua parte; quando si fu riscaldata, e che il riverbero del caminetto cominciò a dare un po’ di colore a quel viso di cera, le disse:
— Vi prego di scrivere queste quattro parole come se le pensaste, a guisa di ricordo per l’ultima sera che abbiamo passato insieme giocando a Giulietta e Romeo. «Vi amo, parto, addio.»
Nata, senza esitare, senza voltarsi neppure verso di lui, rispose tranquillamente: — È inutile perchè ve l’ho già scritto un’altra volta.
— Voi dunque!...