Pagina:Tigre Reale.djvu/77

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vestita per uscire, col mantello sulle spalle. Vedendo La Ferlita, gli tese amichevolmente la mano, come nulla fosse stato fra di loro, dicendogli: — Sto meglio, grazie. Giorgio balbettava qualche parola. — Vado alla Pergola; volete accompagnarmi, se non avete nulla da fare?

Da porta San Gallo alla Pergola scambiarono poche parole, Giorgio scusandosi alla meglio per non esser venuto, ed ella dicendogli che alla fin fine non era stato nulla, ma che si era annoiata moltissimo. Sembrava che non ci fosse un’ombra d’imbarazzo fra di loro, eppure divagavano troppo nei discorsi e mettevano contemporaneamente il capo allo sportello ad ogni voltata che faceva la carrozza, per vedere se fossero arrivati. Nata intanto si snodava i nastri del cappuccio, e la seta dell’ovatta rendeva un fruscìo che, così nell’oscurità, avea qualcosa di vivo e carezzava l’innamorato nelle più intime fibre. Attraversando il vestibolo del teatro Giorgio si scusò di non essere in giubba e voleva lasciarla sul limitare del palchetto.