si vedesse. Seneca suo maestro, Britannico e
Antonia figliuoli di Claudio, e quindi suoi fratelli adottivi, Domizia sua zia, Ottavia e Poppea
sue mogli, finalmente la stessa Agrippina sua
madre perdettero per comando di questo mostro la vita. Gli altri vizj non furono in lui
punto minori della sua crudeltà; e a dir tutto
in breve, pare, come riflette un moderno autore, (Richer Abrégé de l’Hist. des Emper. p.137)
che Nerone non arrivasse all’impero, che per
mostrare quanti delitti può commettere un uomo
che si abbandoni alla pessima sua natura. A
renderne sempre più esecrabile il nome mancava solo eh’ ci fosse , come fu veramente, il
primo persecutore de’ Cristiani. Qual protezione
sperar potevano da tal sovrano gli studj? Egli,
come dice Svetonio (in Ner. c. 52), aveva da
fanciullo appreso gli elementi di quasi tutte le
scienze, ma della filosofia aveagli ispirata avversione Agrippina sua madre, dicendo che nocevole essa era a chi dovea regnare: e Seneca , per essere più lungamente da Nerone
ammirato, distolto lo ave a dal leggere gli antichi oratori. Alcune orazioni in età giovanile
da lui fatte, altre in greco , altre in latino ,
rammentano Svetonio e Tacito (Svet. ib. c. 7;
Tac. Ann. l. 12, c. 58), e Svetonio dice che
anche imperadore declamò spesso pubblicamente (ib. c. 10). Ma se egli si applicò per
alcun tempo agli studj, ben presto se ne distolse, occupato unicamente ne’ suoi piaceri; e
quando al principio del suo impero egli volle
fare l’orazion funebre di Claudio. si valse
dell’opera di Seneca suo maestro. Vuolsi qui