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182 libro

Questa, per così dire, continuata succession di dimora de’ Quintiliani in Roma ci rende certamente probabile assai che ivi nascesse il nostro. Innoltre Marziale fa bensì onorata menzione de’ due Seneca e di altri illustri Spagnuoli (l. 1, epigr. 62); ma tra questi non fa motto di Quintiliano. L ei-udito Niccolò Antonio cerca di sciogliersi da questo nodo (Bibl. hisp. vet. l. 1, c. 12), e vorrebbe persuaderci che Marziale ivi non parli che dei poeti; e perchè pur vi ritrova nominato ancor Tito Livio, si contorce e si dibatte per darci a credere che Livio non vi entra se non indirettamente. Ma meglio forse avrebb’egli risposto che non era già necessario che tutti gl’illustri Spagnuoli rammentati fossero da Marziale. Convien però confessare che non lascia di aver qualche forza la riflessione che facilmente si offre al pensiero leggendo Marziale, cioè che parlando egli pure altrove di Quintiliano (l. 2, epigr. 90), e più altre volte nominando gli uomini per saper rinnomati nativi di Spagna, non mai accenni che Quintiliano fosse spagnuolo. Due altri argomenti si arrecano all’ab. Gedoyn a provare che Quintiliano non fu nativo di Spagna (pref. à la traduct, de Quinti); cioè, che se ciò fosse stato, non avrebbe egli potuto acquistare cognizione sì grande, quanta in lui ne veggiamo, della lingua latina, delle leggi, de’ costumi e della storia romana; e che inoltre non sarebbe egli stato si poco esperto nella lingua spagnuola , che , parlando della parola gurdi, dovesse scrivere di avere udito (l.ifC.5) ch’ella traesse origine dalla Spagna.