Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/254

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abbiam veduto essere stato a questi tempi universale costume) usare di tale espressione, di qualunque imperadore egli ragioni? Finalmente nè a Costantino nè a Teodosio non può certamente convenire il passo di Curzio; perchè amendue furono eletti imperadori senza tumulto; e se amendue ebbero e rivali domestici e stranieri nimici con cui combattere, ’ non vi fu mai una notte che per la discordia de’ membri dovesse esser fatale all’impero, e in cui la procellosa tempesta dissipata fosse da un improvviso sereno, ma anzi lunghe guerre dovettero sostenere amendue, e spargere molto sangue. Oltre che lo stile di Curzio è troppo più elegante che non l’usato a’ lor tempi. L’esempio di S. Girolamo, che adduce il conte. Bagnolo a provare che anche ne’ bassi tempi vi ebbero eleganti scrittori, non è molto valevole all’intento; e non credo ch’egli persuaderà ad alcuno che questo santo dottore non sia nulla inferiore a Cicerone Rag. ec. p. 220). IX. Rimane solo a vedere se l’opinion di quelli che pensano che Curzio sia vissuto a’ , tempi di Claudio, e che di lui egli intenda di’ favellare, abbia maggior fondamento delle altre. * Così parve a Giusto Lipsio, a Barnaba Brissonio, a Valente Acidalio, e al P. Michele le Tellier gesuita (che non so come dal conte. Bagnolo p. 128) si cambia nel sig. le Tellier); e così pare a me ancora. Leggansi i racconti che fanno Svetonio (in Claud. c. 10), Dione (l. 60) e Giuseppe Ebreo (Antiq. jud. l. 19)) della maniera con cui Claudio fu elevato al trono; e veggasi come ogni cosa ottimamente